Chi sono

TRE PALLINE

«La vita o si vive o si scrive: io non l’ho mai vissuta se non scrivendola».

Credo di poter racchiudere in questa breve frase di Luigi Pirandello l’essenza di ciò che sono e di come vivo e mi muovo e mi relaziono agli altri.

La scrittura rappresenta per me un modo per sublimare una vita che a tratti si presenta ordinaria e banale, a tratti incostante e inconcludente. Forse perché ho sempre chiesto di più a me stessa: di più in ogni cosa, di più in qualunque possibile situazione. Scrivere mi è più congeniale, perché più facilmente mi permette di scandagliare mondi e circostanze che nella vita, spesso, non ho il coraggio neppure di riconoscere.

Di ogni cosa mi interessa l’altro, ché il mostrato è parte di quel tutto che banalizza l’esistenza

SONO INNAMORATA DELLE PAROLE

"Io credo soltanto nelle parole.
La parola ferisce, la parola convince, la parola placa.
Questo, per me, è il senso dello scrivere".
Ennio Flaiano

TI RACCONTO UN PO' DI ME

Nasco a Sud. Classe 1973.

Sono gli anni di piombo che frantumano i sogni di un’ intera generazione di ragazzi e ragazze. Sono gli anni della contestazione giovanile, delle BR, di Lotta Continua, de I fazzoletti rossi a Mirafiori; gli anni delle politiche di austerità e della consapevolezza che quella storiella del consumismo a tutti i costi era stato un inganno ai danni, come sempre, dei più deboli.

È l’anno del golpe che smantellò il governo di Unidad Popular di Salvador Allende.

Muore Pablo Neruda, muore la Magnani e muore pure Pablo Picasso.

Sono gli anni di Amarcord e di American Graffiti.

Ma io, cosa ne potevo sapere? Dovevo ancora nascere!

Una cosa, però, forse la sapevo già, e cioè che la mia non sarebbe stata una vita ordinaria. Decido, quindi, di nascere CONTRO: ché, alla fine, l’occasione di fare i conti con il tempo, e la storia che ci ha generati non solo ideologicamente, ma anche fisicamente, ci impone un certo sguardo e una direzione precisa.

Contro, dunque! In tutti i sensi: ché chi nasce, normalmente nasce di testa. Io, invece, sono nata proprio… di culo!

Una sorta di destino che ha segnato la mia esistenza, inquieta e agitata: un destino che non è stato sinonimo di fortuna, ma solo bisogno di stare sempre dall’altra parte in una società in cui difficilmente mi adatto.

Da qui nasce l’esigenza del racconto in ogni sua forma, che sia scritta, immaginata, o tratteggiata con i chiaroscuri della luce.

Perché “narrare è resistere”, e io ho deciso di resistere.